Cinque affreschi nel chiostro del Carmine

Si tratta di una rarità per Udine che conserva solo pochi esempi di opere analoghe. Ancora più raro il fatto che si tratti, in quattro casi su cinque, di «ex-voto» contrassegnati da stemmi di famiglia, che potrebbero fornire nuove informazioni sull’epoca dei dipinti.
Le opere appartengono a tre epoche diverse.
Le tre lunette centrali risalgono al 1500-1600. Si tratta di sei «ex-voto» raggruppati in tre dipinti semicircolari e separati da elementi decorativi. Ognuna rappresenta un intervento della Madonna del Carmine riconoscibile dallo scapolare che portano lei o il Bambino. L’ambientazione   in campagna e la presenza di corsi d'acqua sono caratteristiche comuni alle tre opere, in diversi casi sullo sfondo si intravede una città. Ad ogni immagine corrisponde una scritta in italiano e uno stemma araldico.
Più recente il quarto ex voto, che potrebbe risalire all'Ottocento. Probabile che in quella posizione ci fosse un ingresso al pulpito, chiuso più tardi e decorato con un affresco con l'intento di riprodurre il tema delle lunette affianco.
Di diversa natura, la lunetta verso la strada, che non rappresenta un ex-voto, ma l'immagine di un frate carmelitano che benedice altri due frati santi. In questo caso non vi sono né stemmi né scritte: la disposizione delle figure suggerisce che il dipinto, forse del Settecento, copriva l'intera parete, ma lavori alla parte inferiore del muro ne hanno reso questa parte irrecuperabile.
L’opera di restauro è stata eseguita nel 2005.
Il chiostro è parte integrante della Chiesa della Beata Vergine del Carmine, che sorge alla fine di Via Aquileia. La chiesa, d’origine cinquecentesca, è ad unica navata e presenta un ricco altar maggiore in stile barocco. Notevole è il soffitto, con affreschi secenteschi di Giulio Cesare Begni. Nella cappella sinistra è stato ricomposto (nel 1930), il sarcofago del Beato Odorico Mattiussi da Pordenone (1265-1331), opera trecentesca su quattro colonne dello scultore veneziano Filippo de Sanctis. Il Beato Odorico, contemporaneo di Dante Alighieri, è chiamato “l’apostolo dei Cinesi”: in effetti, fu uno dei primi francescani missionari in Mongolia, in Cina, in India e nelle Filippine, ed è noto soprattutto per aver scritto un “Itinerario di viaggio”, racconto-relazione che ebbe molta fortuna. Attualmente è in corso il processo di canonizzazione.