Il filo di seta
- By Simonetta Bazzolo
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Considerazioni di Lu Tongliu, un cinese laico, su Odorico da Pordenone
C'è un filo di seta che unisce il Friuli alla Cina. E che continua a srotolarsi dalla matassa della storia fin dal 1314. È «II filo di seta» del Beato Odorico da Pordenone.
Alla sua figura e opera Carlo Sgorlon ha dedicato nel 1999 il romanzo storico dal titolo "II filo di seta". «Grazie a questo libro, Odorico continuerà la sua presenza in Cina», dichiarò convinto Lu Tongliu, il massimo ammiratore e diffusore della cultura italiana in Cina e vicepresidente dell'Accademia di cultura internazionale a Pechino, da poco scomparso, quando venne a Pordenone a presentare il lavoro letterario: un'affermazione, quella dell'accademico cinese, di rilevante significato non solo culturale.
La Cina comunista, che compie passi da gigante verso la liberalizzazione dei mercati, ma non altrettanto nell'ambito politico e in particolare religioso, «adotta» un missionario, un evangelizzatore. Il romanzo di Sgorlon, infatti, è stato tradotto in cinese dallo stesso Lu Tongliu e pubblicato. A tale edizione si affianca il film "Ai confini del ciclo", di cui pure si è realizzata la versione cinese.
Ci piace riportare, a ricordo del professor Lu Tongliu, che fu un sincero ammiratore e devoto di Odorico, quanto il grande italianista cinese ebbe allora a dichiarare circa il suo interesse per un personaggio così marchiato dalla fede cristiana. Disse: «L'interesse principale è quello culturale», ma attraverso questa breccia possono indubbiamente transitare altri messaggi. Lu Tongliu parlò esplicitamente di «dottrina», riferendosi a colui che definì «un pioniere nella storia dei rapporti tra la Cina e l'Occidente».
Perché c'è tanto interesse da parte del suo Paese verso una figura così caratterizzata come quella del Beato Odorico?
«Perché Odorico si presentava ai cinesi come un sincero estimatore della loro civiltà, sempre desideroso di apprendere la loro lingua e di approfondire la loro cultura. Così facendo, è riuscito ad acquistare la fiducia e la simpatia presso i cinesi, a trovare il modo più efficace sia per la diffusione della conoscenza del mondo cinese in Europa, sia per la sua nobile missione».
C'è un «filo di seta» che sembra mantenere la relazione nei secoli tra il Friuli di Odorico e quello di oggi, tra questo Friuli e la Cina di ieri e di oggi. Lei ne è convinto?
«Sì, ne sono convintissimo. Si tratta, ad esempio, dell'aspirazione all'armonia tra l'uomo e la natura, che attraversava ieri come oggi il mondo dei contadini friulani e cinesi. Nel suo avventuroso viaggio in Cina, Odorico ha dimostrato coraggio e tenacia, saggezza e ragionevolezza. Queste virtù sono proprie dei contadini friulani.
Ogni volta che Odorico vedeva una campagna cinese, selvatica o coltivata, si sentiva profondamente coinvolto. Esisteva una fraternità nascosta tra lui e tutte le cose viventi. Questo, forse, è il modo di capire veramente la sostanza e lo spirito della missione di Odorico».
Lei ha parlato di Odorico anche come modello dell'emigrante friulano. In che senso può essere ritenuto un punto di riferimento?
«Ci ricordiamo del romanzo "La conchiglia di Anataj", dove Carlo Sgorlon ha raccontato il duro lavoro degli emigrati friulani nella costruzione della ferrovia transiberiana. Grazie alla comune radice contadina, gli emigrati friulani erano riusciti a inserirsi nella vita locale, a convivere coi russi nell'amicizia e nella fraternità.
Lo stesso motivo si rivela ne "II filo di seta". In questo libro vengono presentati spesso usi, costumi, usanze e feste popolari cinesi, che richiamavano nella memoria di Odorico le sagre del Friuli.
Lui ha sentito nell'intimo che il costume di un popolo e il suo modo di pensare entrava così in pro¬fondità che si mescolava col sangue, diventava parte di lui stesso e ogni popolo, ogni paese aveva le sue caratteristiche e le sue peculiarità.
D'altra parte, a Odorico sembrava che gli uomini fossero simili dovunque. Quindi si può ben dire che la dottrina di Odorico sulla natura, sull'amore senza confini per gli altri, è vicina al confucianesimo e al taoismo. E questo, forse, è il modo di capire la ragione del successo della missione di Odorico in Cina».